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Ogni bottiglia la sua UGA:
quando l’unicità si lega ai territori

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Ogni bottiglia la sua UGA:
quando l’unicità si lega ai territori

Al cuore del Chianti Classico per evidenziare tutte le sfumature del territorio che da frazione a frazione contribuisce a creare vini estremamente identitari, capaci di riflettere la geografia e storia del luogo di origine. È il progetto UGA che da luglio 2023 consente di indicare in etichetta, oltre al Gallo Nero, anche l’area specifica di produzione del vino.

Stati Uniti e Hong Kong come prossimo orizzonte e poi Turchia, Singapore, Giappone, Inghilterra e Olanda dove le linee Pieve di Campoli e Cortine sono già presenti. “L’internazionalizzazione del vino – spiega Andrea Paoletti, direttore tecnico dell’azienda – è un processo a cui crediamo molto e su cui vogliamo continuare a spingere nei prossimi anni”. Un progetto che ha certamente i contorni di una sfida particolare, più culturale che logistica. Ci sono delle difficoltà, certo, le principali hanno a che vedere con un dato di fatto difficile da aggirare da soli: un consumatore poco istruito che nel mare magnum dell’offerta dei vini si perde con estrema facilità. “Chianti Classico uguale a Chianti è un’associazione persistente all’estero. Un’omologazione rischiosa che non pregiudica solo l’identità geografica del Chianti Classico stesso ma finisce per appiattire due territori differenti per confini, caratteristiche, tradizioni, disciplinari compresi”. Il Gallo Nero, storico simbolo del Consorzio non sembrerebbe sufficiente a distinguere il vino prodotto tra le provincie di Firenze e di Siena dalle bottiglie realizzate nella più ampia area del Chianti. La soluzione? “Un lavoro di divulgazione e sensibilizzazione che valorizzi a pieno i territori di origine in cui il Classico viene prodotto”.

L’internazionalizzazione del vino è un processo in cui crediamo molto e su cui vogliamo continuare a spingere

In tal senso un certo tipo di percorso è già iniziato. Nel giugno 2021 l’assemblea dei soci del Consorzio del Chianti Classico ha approvato a larga maggioranza il progetto delle UGA, una suddivisione del territorio del Gallo Nero in 11 aree con l’obbiettivo di valorizzare le caratteristiche che distinguono e rendono unica la denominazione, partendo dall’area in cui nasce. San Casciano, Montefiorale, Panzano, San Donato in Poggio, Castellina, Vagliagli, Greve, Lamole, Radda e Castelnuovo Berardegna, sono i lembi di terra individuati dopo un lungo lavoro attraverso criteri precisi quali riconoscibilità enologica, storicità, notorietà e significatività in termini di volumi di produzione. Il risultato è un’ulteriore dicitura che in etichetta indicherà oltre al simbolo del Gallo Nero, anche la micro area di produzione. L’aggiunta consentirà al consumatore di legare il vino ad uno specifico territorio e allo stesso tempo permetterà a ogni UGA di affermarsi all’interno del Consorzio per quelle caratteristiche che le rendono uniche. Un modo per differenziare la produzione all’interno dello stesso territorio ma anche una strada capace di rendere ancora più unica ogni singola produzione.

Il vino come un’immagine in negativo, riflesso sempre più fedele di un territorio, delle sue caratteristiche fisiche, climatiche ma anche delle sue tradizioni storiche. “È un passaggio storico per quanto riguarda il percorso del Consorzio fin qui – afferma con la solita discrezione Paoletti – che non spetta a me certamente commentare. Però posso dire che la direzione è quella giusta per differenziare maggiormente i nostri vini sul mercato e difenderli da possibili fraintendimenti.

Certamente siamo ancora agli inizi e come in agricoltura tutti sappiamo ci vogliono anni prima che un lavoro porti risultati”. Al momento infatti non tutte le bottiglie prodotte secondo il disciplinare del Chianti Classico presenteranno in etichette le UGA di provenienza ma solo l a tipologia Gran Selezione che secondo il disciplinare viene prodotto con uve provenienti da una singola vigna o da una selezione delle migliori uve con un affinamento minimo di 30 mesi. Avanti dunque con la linea Cortine che tra le sue referenze vanta anche un Gran Selezione, punta di diamante, pronta a brillare e farsi largo sul mercato estero portando tutta la ricchezza e la storia del terroir dell’omonima frazione.

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